27.05.2019
Ambiente
Efficienza energetica e mercato immobiliare nel 2018: miglioramento della qualità energetica degli edifici
Il monitoraggio ENEA-I-Com-Fiaip evidenzia una crescita del 6% per quanto riguarda gli immobili che appartengono alle prime tre categorie energetiche e del 12% per quanto riguarda invece gli immobili oggetto di ristrutturazione.

Dal quadro generale del mercato immobiliare finalmente emerge un miglioramento, riscontrato dalle analisi sulle caratteristiche energetiche degli edifici acquistati e venduti realizzato dalla collaborazione tra ENEA, Istituto per la Competitività (I-Com) e la Federazione italiana degli agenti immobiliari professionisti (Fiaip).

Sono stati oltre 600 gli agenti immobiliari che hanno contribuito alla ricerca, con le loro risposte focalizzate sulla classe energetica delle abitazioni e degli edifici venduti nel corso del 2018.

La compravendita di immobili appartenenti a una classe energetica bassa

Ancora oggi gli immobili di classe G hanno un peso importante, ma la percentuale di quelli che presentano le caratteristiche di questa classe energetica si è ridotta leggermente nel 2018, passando dal 54% del 2017 al 37% delle villette e dal 67% al 46% per le ville unifamiliari.

La diminuzione della percentuale di immobili oggetto di compravendita che appartengono alle quattro classi energetiche peggiori (D-G) può essere considerato un miglioramento della situazione: da oltre il 90% del 2017 si è passati all’80% del 2018.

La compravendita di immobili di classe energetica superiore

Allo stesso tempo cresce la percentuale degli immobili di pregio compravenduti che appartengono alle prime tre classi energetiche (A+, A e B): dal 22% del 2017 si passa al 28% del 2018.

Per quanto riguarda l’ubicazione degli immobili presi in esame, la percentuale migliora per tutte le zone prese in considerazione, tranne quelle centrali (corrispondenti circa al 10%).

Questo dato è dovuto alla complessità nell’eseguire interventi strutturali su immobili datati e generalmente inseriti in un contesto di centro storico.

Un’analisi sulla distribuzione percentuale delle classi energetiche degli edifici compravenduti nel 2018, in funzione dello stato di conservazione dell’immobile, evidenzia una forte discontinuità rispetto ai trend evidenziati negli anni scorsi: il 77% degli immobili di nuova costruzione venduti nel 2018 appartiene alle prime tre classi energetiche, continuando così un trend positivo che era stato interrotto solamente nel 2017.

Le motivazioni dietro a questo dato si possono trovare prima di tutto negli elevati standard imposti per legge alle nuove costruzioni, e poi nel fatto che la grande quantità di edifici di nuova costruzione rimasti invenduti negli anni precedenti si sta gradualmente esaurendo.

La percentuale di immobili usati ad alta classe energetica

La situazione degli immobili in buone condizioni e quelli da ristrutturare, invece, rimane piuttosto stabile, con edifici appartenenti alle prime tre classi energetiche rispettivamente all’11% e al 5% del totale.

Per quanto riguarda invece gli edifici ristrutturati, dal 10% del 2017 si è passati nel 2018 al 22% del totale appartenente alle tre classi energetiche più performanti.

Si tratta di risultati tutto sommato positivi, che dimostrano come il settore immobiliare inizi a sensibilizzarsi riguardo alla questione dell’efficienza energetica, riconoscendo anche il valore strategico del vendere un immobile vantaggioso dal punto di vista economico e di comfort.

Questo permette di portare avanti con ancora più decisione la campagna di ENEA, Agenzia nazionale per l’efficienza energetica, di supporto ai decisori politici nella predisposizione di misure sempre più efficaci per raggiungere buoni risultati.

L’efficienza energetica in Coopservice

Coopservice è da sempre impegnata a ridurre al minimo gli sprechi di energia: solo nel 2017 ha risparmiato circa 300 TEP (Tonnellate Equivalenti Petrolio – un TEP vale circa 5,3 MWh elettrici, 11,7 MWh termici e 1.200 m3 di gas naturale) nell’area della Toscana, grazie a interventi di efficientamento energetico sui suoi impianti.

Attraverso la linea di servizi di Energy & Facility Management, Coopservice lavora per mantenere in perfetta efficienza gli immobili e gli impianti in gestione dai propri clienti per garantire agli utenti livelli di benessere e di comfort ottimali. L’obiettivo di gestire in modo razionale l’energia attraverso strategie di efficientamento permette di contenere i consumi e limitare gli spreghi.

Misure che permettono non solo un notevole risparmio economico, ma anche di ridurre l’inquinamento del pianeta in cui viviamo.

Aggregatore Risorse

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Il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano ha rilasciato a Coopservice Soc.Coop.p.A. l’attestazione dell’acquisto di 300 Crediti di Sostenibilità della propria Riserva di Biosfera MAB Unesco, equivalenti a 300 tonnellate di CO2 la cui emissione è stata evitata o assorbita. Per Coopservice si tratta di un’azione in continuità con la certificazione ISO 14064-1 recentemente conseguita. I Crediti di Sostenibilità del Parco Nazionale vengono emessi grazie ai servizi ecosistemici assicurati da foreste certificate per una gestione sostenibile e responsabile.
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Pur tra ambiguità e contraddizioni, l’esito finale della COP28 di Dubai può segnare un passo avanti verso il mondo decarbonizzato. Perchè per la prima volta che nel documento finale di una Conferenza mondiale sul clima si traccia esplicitamente una direzione di uscita da un modello di sviluppo fondato sui combustibili fossili. Per quanto ci riguarda Coopservice ha da tempo avviato un percorso di sostenibilità ambientale per sviluppare una strategia di decarbonizzazione che parte dalla misurazione e identificazione dei fattori che determinano la Corporate Carbon Footprinti e per arrivare a definire obiettivi di riduzione realistici e fattibili. Una direzione di azione recentemente attestata dall'ottenimento della certificazione ISO 14064-1.
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Si tratta dello standard internazionale che garantisce l’affidabilità della rendicontazione delle emissioni di gas serra (GHG) e l’effettività della loro rimozione. In conseguenza della sua attribuzione l’impresa certifica di volere volontariamente adempiere, e nel modo migliore, all’imperativo della responsabilità ambientale (a partire dalla Cop 2015 di Parigi si sono identificate le aziende quali attori irrinunciabili per la tutela climatica), attestando l'attuazione di azioni concrete a favore della sostenibilità e la progressiva riduzione della propria carbon footprint.