19.11.2019
Patrimonio
L’innovazione in Europa. I numeri dell’indagine Deloitte 2019
Come le tecnologie digitali possono valorizzare l’innovazione in chiave strategica? Nel 2019 Deloitte ha condotto un’indagine coinvolgendo 760 aziende europee.

L’88% delle aziende europee prevede di aumentare gli investimenti in innovazione. Il 60% delle imprese italiane non teme la perdita di posti di lavoro. Questo è quanto è emerso dall’indagine che ha coinvolto 760 aziende europee situate in 16 paesi e appartenenti a 20 diversi settori di attività.

Europa: centro di innovazione

Dall’indagine emerge un’ Europa centro di innovazione, lo confermano i 105.635 brevetti registrati nel 2017 dall’Ufficio Brevetti Europeo: una cifra record e il doppio rispetto a dieci anni fa.

In pole position troviamo però Stati Uniti e Asia forti in tecnologia informatica e comunicazione digitale. Per le aziende europee, quindi, la sfida cresce.

Quali sono di driver del cambiamento in Italia?

Secondo l’indagine di Deloitte:

  • il 92% delle aziende vede nell’avvento delle nuove tecnologie la guida all’innovazione;
  • l’86% è spinto ad innovare per rispondere alle esigenze di consumatori sempre più informati ed esigenti.

I settori più innovativi sono:

  • beni di consumo (96%); 
  • tecnologia (94%);
  • trasporti e logistica (92%).

Un driver importante è il cambiamento demografico che ispira l’innovazione nel 72% delle aziende, come evidenziato dall’88% delle realtà intervistate in Italia e dal 75% in Germania, due paesi con le popolazioni più vecchie al mondo.

Le principali tecnologie al servizio dell’innovazione

Le aziende intervistate hanno dichiarato che gli investimenti avanzati riguardano l’analisi dei dati (69%) e cloud computing (62%). 

Molte organizzazioni affermano che nei prossimi anni dedicheranno l’investimento all’intelligenza artificiale (43%), secondo l’indagine Deloitte sarà una nota positiva per:

  • due imprese su tre nel settore assicurativo;
  • una su due nei settori di prodotti e servizi industriali, retail e tecnologia. 

Il futuro dell’automazione robotica

Quale sarà il futuro dell’automazione robotica? L’indagine mostra un’Italia positiva e predisposta al cambiamento (60%). La maggior parte delle aziende intervistate ritiene, infatti, che le tecnologie avanzate non incideranno negativamente sulla forza lavoro in essere. Rimane, però, una fetta di aziende (23%) che ipotizza invece una diminuzione dei dipendenti per mano della tecnologia.

In futuro l’automazione robotica dei processi attrarrà il 36% degli investimenti e sarà importante sia per il settore bancario (45%) sia per quello della salute (50%), mentre le aziende di prodotti e servizi industriali (52%) come anche le imprese retail (50%) e tecnologiche (38%) investiranno ingenti capitali nella blockchain.

I maggiori ostacoli all’innovazione sono di natura culturale

È la resistenza culturale il principale ostacolo alla promozione dell’innovazione (dato individuato dal 34% delle aziende intervistate), i settori a risentirne di più:

  • l’assicurativo (39%); 
  • il bancario e finanziario (36%); 
  • l’automotive (29%).

Secondo le aziende intervistate altri ostacoli riguardano temi quali: 

  • la sicurezza dei dati (30%);
  • la mancanza di fornitori in grado di implementare soluzioni tecnologiche avanzate;
  • la difficoltà di accesso a personale con competenze tecniche utili a innovare (32%);
  • la mancanza di sostegno da parte del governo (22%).

Dalla ricerca Deloitte emerge che solo un’azienda su tre sfrutta appieno le opportunità che nascono dall’innovazione.

“Per creare valore ci sono alcuni elementi da tenere in considerazione: a fianco delle nuove tecnologie servono competenze e un network aziendale che favorisca l’integrazione di nuovi sistemi e idee. Eppure i dati indicano che le aziende europee non si sono ancora rese conto dell’importanza degli ecosistemi per il loro futuro”, afferma Andrea Poggi, Innovation Leader di Deloitte Central Mediterranean.

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